Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

giovedì 30 ottobre 2014

Alì boma ye…

Amici, non so voi quanto siate appassionati di box - nel senso della “noble art” - e quanto siate legati ai miti e alle leggende del passato (ahimè, oggi non si sa più neanche chi sono i campioni del Mondo delle categorie più importanti). Io per tanti anni ho seguito questo sport - il vero unico sport… inteso come sopraffazione dell’avversario secondo regole cavalleresche - con grande interesse. Mio padre, da grande appassionato, non si perdeva mai un incontro in televisione - venivano trasmessi in prima serata, e col commento magistrale di Paolo Rosi - ed io con lui. Ero così piccolo che mettevo una coperta sul tavolo della cucina e mi ci sdraiavo sopra per assistere a quello spettacolo. Questa passione è andata avanti per anni, fino a… diciamo Mike Tyson: l’ultimo vero campione del Mondo del pesi massimi - detentore delle corone delle tre federazioni pugilistiche maggiori: WBA - WBC - IBF - . Dalla detronizzazione di quel portento di forza in poi, non s’è capito più nulla e il pugilato è inesorabilmente caduto nell’oblio.
Ebbene, oggi, 30 ottobre 2014 ricorre una data - anniversario - che non può passare sotto silenzio. Il 30 ottobre 1974 - quarant’anni fa, Cassius Clay (altresì detto Mohammed Alì) riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, nello Zaire, nell’incontro passato alla storia come The Rumble in the Jungle (ricordato nel film-documentario Quando eravamo re). Ali - come si legge su Wikipedia - vinse l’incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse; persino i suoi allenatori erano increduli e non si capacitavano. Clay si incollò alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman contro un bersaglio inaspettatamente “elastico” costituito dal corpo di Ali e le corde del ring; pur venendo colpito da pugni micidiali l’azione elastica delle corde attenuava la potenza dei colpi di Foreman. Quando, verso la fine dell’ottavo round, si accorse che Foreman era stremato, Ali sferrò una serie di jab e uppercut che fecero crollare il rivale al tappeto per il conteggio finale. Fu una vittoria memorabile.
Nell’ottobre del ’74 avevo due anni e otto mesi e devo ammettere che non ricordo quel match. Posso tuttavia immaginare che, anche in quell’occasione, mio padre non abbia perso quell’incontro; e di conseguenza io con lui. Anche perché si trattava di uno degli avvenimenti sportivi più importanti della storia recente della box: Clay - dato ampiamente sfavorito a causa dell’età: aveva 10 anni più del campione - riprovava a vincere il titolo a distanza di anni (era stato sospeso dall’attività nel ’67 perché si era rifiutato di andare a combattere in Vietnan), e soprattutto veniva dai due incontri spaventosi con Joe Frazier (il primo perso malamente - e con una mandibola fratturata - ; e il secondo vinto ai punti). Clay battendo Frazier era diventato lo sfidante ufficiale per il titolo. Titolo detenuto appunto dal texano George Foreman, una montagna umana cattivissima. La tattica di Clay sul ring fu formidabile e la sua rinomata arte di punzecchiare l’avversario (“Mi hanno detto che sai dare pugni, George!” - “Mi hanno detto che potevi colpire come Joe Louis”) mandarono in bestia l’avversario. Una furia cieca aggredì Clay per otto riprese, ma il Campione tenne botta senza grosse conseguenze. E infine, al momento opportuno, Alì estrasse dalla manica l’asso vincente…! E Foreman cadde al tappeto inesorabilmente. Tra lo stupore di tutti.
Onore dunque al più grande boxeur di tutti i tempi.

Alì vs Foreman (Highlights):


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