Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

lunedì 5 maggio 2014

Il tour dei Navigli - seconda parte

In giallo il Canale Villoresi -
autore Regione Lombardia, 1989
L’anno scorso, di questi tempi, si programmava un giro in bicicletta lungo i navigli di Milano. Il progetto poi venne realizzato in giugno, dopo la classica “Biciclettata di Rimini”. Io personalmente partii da Cassano d’Adda e raggiunsi la Darsena di Milano. Qui mi incontrai con gli altri amici (Giovanna, Elena, Enrico e Lorenzo). Dalla Darsena seguimmo tutto il Naviglio Grande fino ad Abbiategrasso, e a seguire scendemmo lungo le sponde del Naviglio di Bereguardo. La prima tappa della due giorni si concluse a Binasco, a casa di Giovanna. Il giorno seguente inforcammo nuovamente le nostre bici e ci avventurammo lungo il Naviglio Pavese, seguendolo fino al suo naturale sbocco nel Ticino, presso Pavia. Durante il ritorno, ci fermammo a far visita alla Certosa di Pavia. La bella pedalata si concluse nuovamente a Milano (salvo che per me, s’intende: in solitaria ripercorsi in senso inverso tutto il Naviglio Martesana e tornai a Cassano d’Adda. Alla fine il contachilometri segnava 197. In due giorni).


Naviglio Grande presso Turbigo -
www.lombardiabeniculturali.it
Ebbene, di quella bella esperienza ci rimase la voglia di completare il tour dei navigli. In altre parole, una volta arrivati ad Abbiategrasso, ed invece di piegare verso sud, c’è la possibilità di seguire il naturale corso del Naviglio Grande, fino a raggiungere Turbigo, da dove esso prende le acque dal Ticino. Vi sarebbe poi la possibilità di proseguire lungo le sponde del Ticino stesso, fino a Sesto Calende sulla riva del Lago Maggiore. Da Abbiategrasso a Sesto Calende sono circa una cinquantina di chilometri. Ottanta se si parte da Milano. Così si legge sul sito pisteciclabili.com: «Il percorso si snoda costeggiando il Naviglio Grande, il Canale Villoresi e nell’ultimo tratto, il fiume Ticino. Si tratta di un itinerario totalmente ciclabile ad eccezione degli ultimi cinque chilometri, lungo i quali si percorre la strada (poco trafficata) alzaia costeggiando il Ticino. Il fondo è quasi interamente asfaltato, ad eccezione di un breve tatto sterrato di qualche chilometro. In alcuni tratti del percorso l’asfalto presenta gobbe dovute alle radici degli alberi, che lo rendono poco adatto alle bici da corsa. In alcuni tratti (segnalati da cartelli) il percorso è privo di barriere di protezione tra la pista ciclabile e il naviglio, il che rende questo itinerario poco adatto ai bambini. A Sesto Calende è presente una stazione ferroviaria (FS): in caso di brutto tempo o stanchezza è possibile prendere uno dei treni (servizio treno + bici) diretti a Milano o ad altre destinazioni». 


Canale Villoresi presso Parabiago -
autore Marco De Bernardi, 30 aprile 2005
E questo per il primo giorno. Il programma per il giorno successivo potrebbe essere questo: ritorno a Turbigo lungo la stessa strada del giorno precedente, e a seguire, in località Maddalena, frazione di Somma Lombardo, ci si stacca dal Naviglio Grande e s’imbocca il Canale Villoresi, originato anch’esso dalle acque del Ticino (diga del Pan Perduto). Il Villoresi, completato nel 1890 a scopo irriguo (anche se in alcuni tratti è navigabile - grazie a delle chiuse - e dunque è a tutti gli effetti un naviglio), corre da ovest verso est per un’ottantina di chilometri, fino a gettarsi nelle acque dell’Adda nei pressi di Cassano d’Adda. Sarebbe bello seguirlo tutto dall’inizio alla fine, ma per chi non ne avesse forze o voglia, c’è sempre la possibilità di venirne fuori prima: ad esempio Monza. Così si legge sul sito saltainsella.it: «Il percorso, privo di difficoltà, percorribile da tutti e certamente d’interesse, rientra nelle prospettive di valorizzazione delle alzaie dei corsi d’acqua da sempre auspicate dai cicloturisti; è inoltre da considerarsi una via di collegamento veloce tra i vari Comuni bagnati dal canale. Il percorso verso il Ticino ha un interesse prevalentemente connesso al paesaggio agricolo spesso intatto del nord-ovest milanese, il canale costruito ai lati dei piccoli borghi presenti, consente con brevi deviazioni il raggiungimento dei centri storici di quelle che ora sono piccole cittadine non prive di interesse. Il percorso verso l’Adda è certamente più urbanizzato, ma permette di raggiungere Monza centro o il parco di Villa Reale, con tranquillità e lontano dal traffico: suggestive le cascatelle che si incontrano attraversando la città».
 
Canale Villoresi presso Monza -
www.saltainsella.it
Ecco, se riuscissimo a percorrere tutto questo tracciato, sommato a quello dell’anno passato, potremmo veramente dire di aver visto per intero il sistema principale delle vie d’acqua del milanese. Nello splendore della campagna accompagnata dal seguire lento delle acque placide. Pensiamoci: direi che il terzo fine settimana di giugno potrebbe essere la data giusta.

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