Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

giovedì 27 marzo 2014

Referendum sì, referendum no

(Arrangiatevi, Italia 1959)
- Abolizione della legge ‘Merlin’: vuoi vedere che sta volta una firma alla Lega gliela regalo…
- Ma quale, quella sulle case chiuse? Sarà per far pagare le tasse alle prostitute…! Pur di non mettere in ordine i conti dello Stato, cioè smettere di rubare, farebbero di tutto.
- Già, però, mi sa che lo voto sto referendum. Almeno così tiri via dalla strada queste povere disperate.
- Ma per rinchiuderle in una casa con la scusa che “poverine stanno per strada…”. Mi sembra ci siano problemi più gravi. Forse il problema è chi le sfrutta (mafie varie) e quelli non li toccano come sappiamo, visto che ne fanno parte (stile bunga bunga…).
- Si, in effetti il problema potrebbe essere quello. Però con una buona legge e dei controlli efficaci… È tutta questione di volontà politica.
- Mah, a me sembra un alibi bell’e buono: in questa maniera si tutelano più i clienti che non queste poverette. Bisognerebbe lavorare sui valori, l’educazione, la sessualità. Altro che riaprire case chiuse. Il fenomeno delle baby prostitute, le modelle da bunga bunga, le vallette televisive che sperano di sistemarsi: tutto questo è il degrado in cui siamo precipitati. Tra l’altro i leghisti non hanno mai incontrato la mia simpatia. Sto paese sta veramente andando a puttane.
- Va be’, in Olanda, Germania, in Scandinavia esiste la prostituzione regolamentata. È il mestiere più vecchio del mondo…!
- Si ma sai come fanno le cose qui in Italia. Il livello dei politici è talmente basso: non mi fido più.
- Hai ragione a diffidare. Però anche l’immobilismo è inaccettabile. E poi la situazione è veramente di uno squallore indecente: non è più tollerabile vedere donne per strada, alla mercé di qualsiasi rischio e pericolo.
- Questi non faranno niente, sono davvero degli zombie, su questo ha ragione Grillo. I partiti hanno interessi ovunque, un perenne e capillare conflitto di interessi. Qualunque cosa toccano va contro i loro interessi. Sulle prostitute, il problema è che i benpensanti non le vogliono vedere sotto casa. Un po’ come gli zingari?
- Ma no, alt: a me non danno affatto fastidio. Tutt’altro. Mi dispiace per la loro condizione: d’inverno, d’estate, senza controlli sanitari, esposte ad ogni genere di rischio. E poi sono loro le prime che vorrebbero una normativa in questo senso.
- Non ci si preoccupa mai però della nostra cattiva educazione sessuale e dei motivi che spingono alla prostituzione. Poi credo che sto dibattito le donne, le femministe e certe prostitute “impegnate” lo abbiano già affrontato e non mi sembravano molto per le case chiuse. Spingono piuttosto per una normativa che superi la legge ‘Merlin’. Il referendum, se approvato, ci getterebbe istantaneamente in una situazione di caos. Il far west del sesso, a norma di legge. O meglio, non contra-legem.
- Si ma Fabio, la prostituzione non scomparirà mai dalla faccia della terra… Nè con l’educazione, né con le leggi. Ci conviviamo da sempre: c’è poco da fare. A sto punto tanto vale regolamentarla e renderla un po’ meno infernale per le donne che la subiscono o la cavalcano.

- Vado a firmare il referendum della Lega. Tu che ne pensi?
- Quello sulle case chiuse? L’importante è che emettano fattura. Certo le case chiuse andrebbero ad arginare il problema dello sfruttamento della prostituzione…
- La Chiesa è contraria
- E chi se ne frega della Chiesa. Ah, già: tu sei cattolico…
- La Chiesa dice che non si può, non è lecito, fare soldi vendendo e sfruttando il corpo delle persone. E tra l’altro la ‘Merlin’ è in linea con una serie di trattati internazionali che abbiamo controfirmato.
- Ma tanto lo vendono comunque quindi lecito o no è una pratica molto diffusa. Anzi il mestiere più antico del mondo.
- In realtà il referendum, abolendo la ‘Merlin’, riapre le case chiuse, ma rimane il problema della regolamentazione. Capisci…? Ci vorrebbe una nuova legge. Non un referendum. Altrimenti così, lo sfruttamento passa dalla strada alle case chiuse (che tra l’altro esistono già…! Vedi centri massaggi e club privati: fenomeno diffusissimo di cui solo di tanto in tanto parla la cronaca). Le solite cose all’italiana.
- Si ma forse soltanto l’onda emotiva legata ad un referendum popolare può accendere un riflettore su questo problema. Forse questo è davvero l’unico modo per aprire seriamente un dibattito e un confronto sulla questione.

mercoledì 26 marzo 2014

Cialtroni a confronto…

- Ciao vecchiaccio, ancora in piedi?
- Eh sì, la passeggiata col cane…, poi la camomilla…
- Ah già, giusto. Io sono tornato or ora dal bar: ubriaco marcio come al solito.
- Immagino…! Scrivi, da ubriaco dai il meglio di te…!
- Il fatto è che bere con la prostata infiammata non fa affatto bene.
- Già…, e parlo per esperienza personale…!
- Ho tutte le parti basse in rivolta (armata): una tragedia.
- Va be’, meglio che ti bruci davanti che dietro (O. Wilde)


- Sei a casa? Ti stai riposando un po’…?
- Sono a casa, in attesa di andare a lavorare oggi pomeriggio.
- Noooo, ma perché??? Lascia perdere: la vita è breve…
- Già, però preferisco lavorare per qualche mese, tanto per godermi di più quando smetto. È solo per l’inverno, poi per qualche mese smetto: lo prometto!!
- Ah, ok. Ma ti piace lavorare? Se dici sì mi scadi definitivamente…
- Ma insomma, tanto per potermi comprare gli alcolici per il lungo inverno.
- Bene, mi piace come risposta. Sei già andato al bar col cane?
- Sì, cacca nel parchetto pubblico, colazione e Gazzetta di Mantova.
- Devo salutarti, mi vergogno a dirlo - è veramente il punto di non ritorno per un uomo - , ma vado a far spesa con la donna. Addio: ricordami selvaggio e spensierato come un tempo…

- Allora, hai finito di lavorare?
- Ancora qualche mese, poi con l’arrivo del disgelo si smette.
- Ah, bene: mi stavo preoccupando. La smania del lavoro è una brutta malattia…
- Ora però giretto, cappuccino e giornale: che vita avventurosa!!
- Ottimo, metti su il palettò, che sennò poi ti viene la raucedine…

- Oggi gita del sabato sul lago con morosa: che vergogna…! Non dirlo in giro, ti prego.
- Ma no, dai. Andate in barca?
- Già, la barca!!
- Bello, complimenti. Potessi andarci io in barca con la morosa. E il cane… E invece sono costipato come una latrina di Milano Lambrate.
- Che brutta immagine.
- E sì, in effetti non è un bel vedere…! Ah, a proposito, ieri mi è venuta in mente una variante alla canzone Che coss’è l’amor, di Capossela: “Ahi permette signorina, sono il re della latrina…”. Che te ne pare?
- Bravo, mi piace molto: proponila a Maurizio Milani.

- E così tutto è compiuto (Governo Renzi: ndr).
- Già, la svolta è arrivata. Guarda, ti deluderò, alle elezioni ho votato M5S, ma sono andato alle primarie a votare Renzi. Certo è un po’ un bulletto paninaro, ma nel pantano dei politicanti nostrani un po’ di fiducia nelle sue buone intenzioni ce l’ho.
- Ma sei un incosciente…
- Magari mi sbaglio, ma ho votato anche Rutelli, quindi peggio di così…
- Dio mio… allora sei anche recidivo!
- In effetti là avevo toccato il fondo: secondo me però Renzino qualcosa farà, diamogli fiducia.

- Tu si che vai bene… Chi meglio di te? E “Alzheimer” lo senti ancora?
- L’ho visto per la vigilia di natale, alle 8 di sera aveva già finito di cenare: che tristezza la vecchiaia…
- E sì, veramente una tristezza infinita…! Dì un po’, ma partecipa ancora a quei viaggi organizzati per trovare moglie?
- No, dice che ormai ha appeso i guantoni al chiodo.
- E fa bene: perché non ci ritiriamo in un qualche residence per vecchie glorie?
- O a bere whisky al “Roxi Bar”
- O anche un bel Petrus Bonekamp.
- Quelli si erano nomi virili, no Anima nera o Limoncè.
- Conosci l’ostellaccio di Ripalta?
- Ci sono passato davanti, ma non ci ho mai dormito, tu si?
- No, però pensavo di andarci in primavera. Con le biciclette. Volevo portarci quella mia amica…, la bionda: te la ricordi?
- Intendi provarci portandola all’ostellaccio? Devi avere molta fiducia in te stesso…!
- Mai dire mai… E sennò in centro non c’è qualche altro ostellaccio? Sto cercando, ma non trovo niente. Possibile che non abbiano riattato una qualche porcilaia dismessa…?
- Non saprei: m’informo e poi ti dico.

- Mi sa che il vitel-maialato di ieri sera (con panna acida) non deve avermi fatto troppo bene…!
- Sì, ma anche tu esageri: non potresti cercare di limitare un tantino la tua estrosità culinaria?
- Hai ragione: da domani semolino mattina e sera. E comunque basta, ho deciso: vado ad iscrivermi ad un corso per diventare mastro latrinaio professionista. Come business è sano: di gente che scarica in fogna ce n’è e ce ne sarà sempre…! Anche se la crisi ha ridotto i consumi (e di conseguenza tutto il resto…!).
- Maurizio Milani… I suppose. I tuoi riferimenti culturali sono sempre di altissimo livello.
- Ovvio: ormai ho preso quel brutto vizio lì. E d’altra parte “fidanzarsi non conviene”.

martedì 25 marzo 2014

L’ottimista e il treno perduto

- «Quel che è stato è stato…! E poi ricordati, il treno passa sempre e soltanto una volta: e inoltre - come tu ben sai - è puntualissimo quando sei in ritardo; ed è in ritardo quando hai una gran fretta…»
- «È vero, ma alle volte il treno ripassa… si può ancora salire a bordo»
- «Si, in effetti hai ragione. D’altra parte si sa, c’è sempre una luce in fondo al tunnel: ed è assai probabile - appunto… - che si tratti di un treno…!»

L’angolo del compleanno

Amici, oggi è il compleanno di una delle persone più spassose che mi sia mai capitato d’incontrare nella mia triste vita: auguri grande Walter (da Roma).
Dove ho incontrato Walter? È presto detto: durante un viaggio di Capodanno nella freddissima Lubjana, in Slovenia. La sua simpatia contagiò immediatamente il gruppo, e non di rado in quei giorni, si sfiorarono risse furibonde pur di averlo al proprio tavolo durante le cene. Ci si incontrò poi alla biciclettata di Rimini, alla Festa del Redentore di Venezia (ti ricordi Leo e la fontanella, e Walter…?), in un viaggio d’estate in Calabria (“Catanzaaaaaro…”) etc… E poi, come dimenticare il suo ruolo di ‘Cicerone’ durante i giorni di marzo di due anni fa, nella splendida Capitale (eravamo scesi tra l’altro per accompagnare Lorenzo alle prese con la Maratona di Roma: Madre Santissima che pena mi fece vederlo giungere al traguardo…, stravolto, con gli occhiali appannati e lo sguardo di chi ha appena ricevuto una badilata sulla testa…). Ma perché - mi dicevo in quei frangenti - uno deve sottoporsi ad un tale strazio…, perché? È così bello poltrire…!
Ma va be’, lasciamo perdere queste brutte scene e torniamo al festeggiato: eccone alcuni brevi ritratti presi qua e là dal racconto ‘Verso oriente’ (Sulle orme di Francesco, 2011).

Tra tutti i compagni di viaggio si mette subito in evidenza un ragazzo di Roma, Walter, che comincia a snocciolare un esilarante frasario dialettale. Racconta strane storie cittadine, passioni calcistiche e soprattutto ci parla del suo viaggio da Roma a Vicenza: «Ma quale ostello…!, ho viaggiato de notte, e so’ arivato all’alba. I treni notturni so’ puntualissimi, guarda. Anzi stavo a spera’ che facesse un po’ de ritardo, ma nun ce stato gnente da fa’: ha spaccato er minuto, quel disgrazzzziato! No dico, ve’ potete immagina’ che vordì arrivare in stazione a quell’ora? Ce staveno li lupi de fori. ‘Na traggedia apocalittica: ce volevano quattro ore sane per l’appuntamento. Meno male che ce staveno du’ barboni pe’ chiacchiera’…».

La mattina del primo gennaio ci riserva una sorpresa: tutta Lubiana è coperta da una spessa coltre di neve. Saliti sul pullman ci dirigiamo alla volta del Lago Bled. Natascia si lamenta della ruvidezza di uno dei camerieri dell’albergo durante la colazione. Il mite Efrem aggiunge: «Per poco non gli alzavo le mani in faccia a quel cafone». Qualcuno dai posti anteriori conferma questa opinione ed aggiunge di stare molto attenti a portar via anche solo una misera fetta di pane dal tavolo perché si rischia una multa di cinquanta euro oltre che una figuraccia oscena. Molti non ci credono, ma altri confermano tale versione. Walter commenta: «Ah guarda, a me nun me ce fregano mica, sa’: io c’ho la mia bella piadina, quella di due giorni fa, e me magno quella. Certo non dev’essere freschissima…». Dopo circa un’ora raggiungiamo le sponde del lago e ci vestiamo per scendere. All’improvviso Walter lancia un urlo: «Aòh, ma la piadina mia ‘ndo sta: chi se l’è fregata?». Poi rivolgendosi ad Alessandra che è seduta accanto a lui dice: «Alessa’, arzate un po’, famme vede ‘ndo te sei seduta?». Alessandra si alza e da sotto alle sue terga spunta la schiaccina (opss, piadina). Walter non proferisce parola. «Eh dai - dice Alessandra - così la trovi più calda, no?».

L’ultima cena tutti insieme la trascorriamo nel ristorante della prima sera. Al nostro tavolo siamo riusciti ad avere Walter, sottraendolo con la forza, agli altri commensali. La sua presenza è garanzia di buon umore e risate a valanga. «Va be’ dai, mo ve racconto la storia del gatto. Dunque qualche anno fa era il giorno del mio compleanno, tornavo verso casa quando da lontano vedo un gatto steso davanti al cancello de casa mia. Uno dei miei amici me dice: “Anvedi quer gatto: sta a pija er sole”. Io glie risponno: “A me nun me pare proprio che sta a pija er sole”. E infatti er gatto era morto. Morale decidemo de levallo de mezzo. Ecco, a parte che tira’ su un gatto morto è già ‘na sensazione poco gradevole, in più l’amico mio se presenta con una borza de plastica che è tutto un programma: Iper-Carni…».

AUGURI…

venerdì 21 marzo 2014

Ebbra la primavera corre nel sangue

Oggi si festeggia la Giornata Mondiale della Poesia. E, guarda caso, oggi inizia ufficialmente la primavera. Anche se a dar retta agli astronomi, l’equinozio di primavera - ovvero il giorno in cui la Terra riceve perpendicolarmente i raggi del Sole all’Equatore - si è verificato ieri. Pare che il fenomeno si ripeta ormai dalla bellezza di sette anni. E ciò a causa della cosiddetta processione degli equinozi (che noi tutti conosciamo...!). Ma a noi tutto ciò interessa poco: in fondo cosa volete che sia un giorno in più o uno in meno? E poi le tradizioni vanno rispettate, a prescindere. Un po’ come l’ormai classica biciclettata di Rimini.
Primavera, la stagione delle stagioni, tempo di promesse e di sogni da gustare come nettare prezioso, conservato con riguardo durante il lungo inverno. Come vino effervescente appunto…

Marzo

Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
dove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Fra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la boraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il grave manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d’umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.

(Vincenzo Cardarelli, 1887-1959)

giovedì 20 marzo 2014

Un viaggetto da niente…

Una mia cara amica di Roma in questi mesi sta ultimando i preparativi per un viaggio incredibile: il giro del Mondo in bicicletta transitando dai sette passi di montagna più alti della Terra. Simona partirà a luglio dalla Capitale accompagnata Daniele - un altro “squinternato” come lei - ed entrambi, pedalata dopo pedalata, si dirigeranno verso nord seguendo la Via Francigena. Le Alpi saranno il loro primo banco di prova. Quattro anni di avventura: questo il premio se riusciranno a mantenere l’impegno e la promessa. Conosco Simona da alcuni anni, siamo amanti della montagna: ogni volta che penso a lei mi viene in mente il suo modo di procedere lungo i sentieri, il suo passo svelto, sicuro, la sua forza di volontà, il coraggio di mettersi in gioco ed affrontare le sfide. E poi la sua grande simpatia, la sua facilità al sorriso, il suo essere cordiale con tutti: in ogni circostanza.
Quanto mi piacerebbe lasciare gli ormeggi… e partire con loro…!

Un giro del Mondo in bicicletta di Daniele Carletti e Simona Pergola
L’Associazione Sportiva Dilettantistica “Gruppo Sport & Natura” ha il piacere di presentare l’evento “Dai sette colli ai sette passi”, ovvero un progetto di giro del mondo in bicicletta. Nello specifico Daniele Carletti e Simona Pergola, soci dell’ASD, partiranno in bicicletta da Roma il prossimo luglio con l’obiettivo di unire i sette passi di montagna più alti del mondo in un unico grande viaggio intorno al globo. I passi sono sette, uno per ogni continente, avendo considerato la suddivisione tra le due Americhe e tra Europa Orientale ed Occidentale. Oltre allo sforzo sportivo, il viaggio si pone altri tre obiettivi ufficiali:
Ambientale: viaggiare in bici significa credere in un mezzo di trasporto ecologico e sostenibile. Desideriamo essere un veicolo promozionale per l'utilizzo della bicicletta nella vita quotidiana, dimostrando quanto questa possa cambiare le sorti del nostro pianeta.
Sociale: saremo ambasciatori dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), portando e diffondendo il decalogo del viaggiatore sostenibile.
Solidale: faremo raccolta fondi per la World Bicycle Relief, una ONG americana il cui scopo è quello di mobilitare e rendere indipendenti le piccole comunità del terzo mondo donando loro biciclette e formando, in loco, meccanici specializzati.

- Ma scusa, quando avreste intenzione di partire?
- Buondì: partiamo a luglio…
- E col lavoro? E quanto state via? E sponsor, ne avete?
- Mi licenzio. Stiamo via quattro anni. Gli sponsor? Li stiamo cercando: per ora abbiamo molti patrocini.
- Stai via quattro anni…?
- È molto probabile: dormiremo in tenda ed avremo tutta l’attrezzatura da campeggio per essere totalmente autonomi. Faremo la cerimonia di partenza con il sindaco.
- Non ci posso credere…! Mi scrive Lorenzo: “Quando partiranno, se dovessero passare dalle nostre parti, potremmo fare qualche tappa con loro”.
- Ma volentieri! Appena avremo l’itinerario italiano in dettaglio vi faccio sapere. In teoria percorriamo la Francigena fino al confine Liguria/Toscana poi dovremmo deviare verso le Alpi ché il primo passo è lì (Col de la Bonette). Però dobbiamo ancora decidere se fare tutta la Francigena fino a Torino o meno…

- Ahò, questa parte per sul serio…
- Eccerto!
- Ammazza che invidia!
- Tanta tanta…
- Certo è un sogno affascinante, ma non sarà facile: un viaggio di quel genere potrebbe schiantarti. Con la tenda poi… Spero di sbagliarmi.
- Condivido i dubbi, ma non avendo fretta, potranno riposarsi quanto e quando vorranno. Certo, è un viaggio che presenta parecchie insidie: reggerà la coppia o si manderanno a quel paese? ce la faranno fisicamente? psicologicamente? logisticamente? finanziariamente?
- Si esatto, hai messo in ordine tutto ciò che mi frullava per la testa.

Come che sia, e per intanto, facciamo i nostri migliori auguri a Simona e Daniele. Buona avventura…

Fonte: https://www.facebook.com/becycling.net?fref=ts

lunedì 17 marzo 2014

Il ritorno del grande Maurizio: anzi Carlo

Mi sono distratto un attimo e tracchete spuntano fuori dal nulla due nuovi capolavori dell’esimio Maestro di Codogno, Maurizio Milani, al secolo Carlo Barcellesi. Uomini che piangono per niente (Rizzoli, 2013) e Saltar per terra causa vino (Wingsbert, 2014).
Sul sito ibs.it si legge: Maurizio Milani torna con una raccolta di storie complete (non sempre finite). E ancora una volta, in quel suo modo sghembo e forse inconsapevole, si rivela una delle poche voci in grado di descrivere con la giusta dose di poesia, cattiveria e paradossale lucidità la realtà dei nostri giorni malati di surrealtà acida. Così con Milani incontreremo una gentilissima Angela Merkel in sauna, viaggeremo a spese del Comune, mangeremo in mensa con gli astronauti, semineremo ortiche o ci iscriveremo a una scuola serale
per diventare prete. Perché in tempi come questi abolire il polistirolo, truccare le Olimpiadi o vestirsi da falso nomade possono rivelarsi attività straordinariamente utili, così come le tre lezioni per farsi arrestare al seggio elettorale e i consigli per far colpo sulla barista del porto di Acapulco se da un anno ti tiene sulla corda e sembra che voglia baciarti, ma poi sul più bello si tira indietro. Quella che avete fra le mani è una guida molto completa alla normale, cinica follia quotidiana. Maurizio Milani è capace di far ridere, commuovere e riflettere nella stessa singola frase, con una combinazione di istantanee della nostra vita, di luoghi comuni e del loro rovesciamento.
Come si vede, anzi si legge, la recensione è molto bella e completa e dunque non c’è bisogno di aggiungere altro. Imperdibili entrambi. Ora finisco di leggere Guerra e Pace e mi concentro sull’immenso maestro di Codogno. Anzi, lascio perdere Tolstoj e senza perdere tempo attacco subito con Uomini che piangono per niente. Anzi no, ho cambiato idea: finisco Guerra e pace. Finisco Guerra e pace e poi vado ad iscrivermi ad un corso per diventare mastro latrinaio professionista. Come business è sano: di gente che scarica in fogna ce n’è e ce ne sarà sempre…! Anche se la crisi ha ridotto i consumi (e di conseguenza tutto il resto…!).

Fonte: http://www.ibs.it/code/9788817067379/milani-maurizio/uomini-che-piangono.html
http://www.ibs.it/code/9788898689132/milani-maurizio/saltar-per-terra.html

Poesia del giorno

Un Gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d’arivà in un posto,
se stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d’un capitalista.
 
Quanno da un finestrino su per aria
s’affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
pensa - je disse - che ce so’ pur’io
ch’appartengo a la classe proletaria!
 
Io che conosco bene l’idee tue
so’ certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me… Semo compagni!
 
- No, no: - rispose er Gatto senza core
io nun divido gnente co’ nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so’ conservatore!
 
(Er compagno scompagno, Trilussa 1871-1950)

giovedì 13 marzo 2014

L’elogio del cammino (… di San Pellegrino)

È ultra-salutare, ma non si fa per questioni salutiste. È economico, ma non è nemmeno la crisi a spingere in quella direzione. Camminare è un toccasana per lo spirito, assicurano coloro che hanno deciso di viaggiare a piedi. Camminare, camminare, camminare: con uno zaino che contenga l’indispensabile (un cambio, l’acqua, la bussola o il GPS), magari in compagnia di un amico, che può essere anche un amico a quattro zampe, e scoprire un modo diverso di viaggiare, gustando i paesaggi centimetro dopo centimetro, rinvigorendo il fisico e soprattutto liberando la mente.
Comincia con queste parole l“Elogio del cammino” pubblicato lunedì sul sito stile.it.
L’articolo, un vero e proprio inno al viaggio lento, continua enumerando gli infiniti vantaggi che comporta questo modo di andare a spasso per il mondo (equilibrio mentale, giusta collocazione di cose e prospettive, disintossicazione dalla modernità ipertecnologica etc…) Non mancano ovviamente i riferimenti bibliografici più recenti (Il Mondo a Piedi, di D. Le Breton), pur senza trascurare i classici dei classici (Le Vie dei Canti, Bruce Chatwin).
Ecco, a tale proposito mi sembra giusto ricordare che nella settimana di Pasqua La Loggia del Listone, intraprenderà un lungo viaggio a piedi che, da Reggio Emilia, città del tricolore, giungerà alla ridente Massa. Lungo il cammino si attraverserà l’Appennino tosco-emiliano, transitando da San Pellegrino in Alpe, in Garfagnana (il paese abitato alla maggiore altitudine - m. 1525 - dell’intera catena montuosa appenninica). Il primo tratto del trekking è denominato “Cammino di San Pellegrino” proprio in virtù del cammino intrapreso dal santo eremita Pellegrino. Da qui in poi, si seguirà la cosiddetta Via Vandelli, l’antico tracciato voluto dal Duca Francesco III D’Este (1738-1751), che collegava Modena a Massa.
Si dormirà in ostelli, canoniche e alberghetti spartani. Il tutto nell’ottica del perfetto viaggio da pellegrini…!
Di seguito, e per chi fosse interessato, le tappe in programma:

19 Aprile Prima tappa: Reggio Emilia - Montalto ( 23 km. disl. salita 370m)
20 Aprile Seconda tappa: Montalto - Pieve di San Vitale (26 km. disl. 1140m)
21 Aprile Terza tappa: Pieve di San Vitale - Toano (23 km. disl. 820m)
22 Aprile Quarta tappa: Toano - Gazzano (25. km. disl. 800m)
23 Aprile Quinta tappa: Gazzano - San Pellegrino in Alpe (19km disl. 950m).
24 Aprile Sesta tappa: San Pellegrino in Alpe - Castelnuovo di Garfagnana.
25 Aprile Settima tappa: Castelnuovo - trasferimento in bus - Passo della Tambura - Rifugio Conti
26 Aprile: Rifugio Conti - Massa

Fonte: http://www.stile.it/viaggiare/persone/articolo/art/elogio-del-cammino-il-viaggio-a-piedi-id-17461/

mercoledì 12 marzo 2014

Là dove non potè il bastone, potè la carota...

- «Allora, com’è andata la mezza maratona? Ti hanno riso dietro come al solito?»
- «È andata bene, grazie: sono arrivato tra i primi, 303esimo»
- «Che bello, bravo: hai nulla in contrario se vado in giro a vantarmi di avere un amico così forte?»
- «No, figurati: fai pure. Piuttosto, hai visto quella con la canotta rosa nella fotografia? È stata la mia carota fino alla fine…»
- «In effetti la carota è sempre meglio averla davanti che di dietro...»

domenica 9 marzo 2014

Bukowski, a vent’anni dalla morte

Qualche anno fa, tornato da un trekking sulle Alpi Cozie, in Piemonte, scrissi un racconto di quel viaggio. E come spesso mi capita, lo condivisi con i compagni di quell’esperienza. Dopo qualche giorno, tra le tante risposte, mi giunse una mail che mi colpì molto: oltre ai complimenti per il testo che avevo scritto, c’era anche un paragone letterario: “Il tuo modo di scrivere mi ricorda Charles Bukowski; un Bukowski soft”.
Di questo autore avevo solo vagamente sentito parlare, ma l’accostamento mi riempì immediatamente d’orgoglio. Il giorno seguente al ricevimento di questa e-mail mi recai in libreria e acquistai l’opera più conosciuta del grande ‘Hank’, ovvero Storie di ordinaria follia. Fu come una folgore…! Bukowski metteva nelle sue pagine storie ordinarie, fotografie della realtà così come gli si presentava, senza falsi pudori, senza perbenismi: la sua era un’opera irriverente, volutamente scandalosa, irriguardosa per la morale del tempo. Scommesse sulle corse dei cavalli, sbronze colossali, storie di sesso e prostitute, lavori infami cominciati male e finiti peggio, risse. “Di cosa parlano i suoi libri” - gli chiese un giorno una giornalista. Ed egli, rispose: “Della vita…”. Ed in effetti Bukowski raccontava della sua esistenza, sempre ai limiti, sempre ad un passo dal baratro, difficile e disperata fin dall’infanzia.
E così, come spesso mi accade quando un autore mi rapisce, cominciai a leggere tutto, ma proprio tutto quello che aveva scritto: dai racconti brevi, ai romanzi, dalle novelle alle poesie. Bukowski, pur raccontando spesso episodi banali, ordinari, pur soffermandosi a descrivere una giornata qualunque della sua vita, era capace di incollarmi a quelle pagine: e non c’era verso di staccarmene. In quegli scritti che raccontavano di emarginati, si disadattati, di persone sconfitte dalla vita e perciò relegate a condurre un’esistenza ai confini estremi della società, c’era una sorta di incantesimo che legava e regalava piacere e benessere. Un mix sapiente di realismo spietato, essenzialità, ironia, sensualità, un taglio di prospettiva colto dall’angolo più infimo della scena.
E dunque col tempo divorai Compagno di sbronze, Confessioni di un codardo, A sud di nessun nord, Cena a sbafo, Donne, Factotum…! Tutto. Compreso Post Office, un capolavoro assoluto. Il mio Cialtrone probabilmente sarebbe stato diverso se non avessi letto Bukowski.
Il 9 marzo del 1994, quarant’anni fa, se ne andava l’ultimo degli ‘scrittori maledetti’. Nell’ambito dell’immediata ‘agiografia’ che lo ha avvolto già dopo la sua scomparsa, si narra che le sue ultime parole siano state rivolte alla morte: “Ti ho dato tante di quelle occasioni che avresti dovuto portarmi via parecchio tempo fa”. E subito dopo pare che abbia aggiunto: “Vorrei essere sepolto vicino all’ippodromo… per sentire la volata sulla dirittura d’arrivo”.

Ciao Buk, e grazie di tutto.

giovedì 6 marzo 2014

Con gran sudore della fronte

Dice la tradizione biblica che l’assenza del lavoro, l’ozio, era la condizione della beatitudine del primo uomo sino alla sua caduta. L’inclinazione per l’ozio è rimasta immutata anche nell’uomo peccatore, ma la maledizione pesa sempre su di noi e non soltanto perché dobbiamo procurarci il pane col sudore della fronte, ma perché, per le nostre qualità morali, non possiamo essere nello stesso tempo oziosi e tranquilli; una voce misteriosa ci dice che l’essere oziosi è una colpa. Se l’uomo potesse trovare una condizione in cui, pur essendo ozioso, si sentisse utile come se stesse compiendo il suo dovere, ritroverebbe almeno un aspetto della beatitudine primitiva.

(Lev Nikolàevič Tolstòj, Guerra e pace, quarta parte - capitolo primo).

mercoledì 5 marzo 2014

La grande bellezza

La più consistente scoperta che ho fatto, pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!

È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura… Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile.

Sull’orlo della disperazione, non ci resta che farci compagnia, prenderci un po’ in giro…

Quando, da giovane, mi chiedevano: cosa c’è di più bello nella vita? E tutti rispondevano: “la fessa!”, io solo rispondevo: “l’odore delle case dei vecchi”. Ero condannato alla sensibilità!

Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire!

La povertà non si racconta, si vive!

So’ belli i trenini delle feste, so’ belli perché non vanno da nessuna parte!

Finisce tutto così, con la morte. Prima però c’era la vita, nascosta dal bla bla bla…

Una bella donna, alla mia età, non è abbastanza!

È così triste essere bravi, si rischia di diventare abili.

La più grande ambizione di Flaubert era scrivere un romanzo sul niente, se ti avesse conosciuta avrebbe avuto un grande spunto.

Io berrò molti drink, ma non molti da diventare molesto e poi, quando voi vi alzerete, io me ne andrò a dormire!

M’ero scurdato cosa voleva dire volere bene.

Diamo sempre il meglio di noi agli sconosciuti.

Mangio soltanto radici, perché le radici sono importanti…

Ho trascorso tutte le estati della mia vita a fare propositi per settembre, ora non più. Adesso trascorro l’estate a ricordare i propositi che facevo e che sono svaniti, un po’ per pigrizia, un po’ per dimenticanza.

Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l’unico svago che ci resta per chi è diffidente verso il futuro. L’unico.

Senza pioggia, agosto sta finendo, settembre non comincia e io sono così ordinario. Ma non c’è da preoccuparsi, va bene. Va bene così.

“Chi sono io?” Così iniziava un romanzo di Breton. Ovviamente nel libro non vi è alcuna risposta…

- “Proust scrive che la morte potrebbe coglierci questo pomeriggio. Mette paura Proust. Non domani, non tra un anno ma questo stesso pomeriggio scrive”
- “Vabbè tanto adesso è sera, domani pomeriggio se ne riparla…”.

A luci intermittenti l’amore si è seduto nell’angolo, schivo e distratto esso è stato. Per questa ragione non abbiamo più tollerato la vita.

Atmosfera decadente e immaginifica, critica feroce del degrado morale e civile in cui è precipitato il nostro mondo, apoteosi dell’effimero, culto della vanità, spasmodicamente esasperata per celare la pochezza delle nostre vite. E ancora linguaggio onirico per tanti versi simile all’amatissimo Fellini.
Se i nostri governanti avessero non dico visto il film, ma almeno letto qualche critica, avrebbero scoperto che non c’è da vantarsi proprio per nulla: “Questa è la dimostrazione che sappiamo fare…, che abbiamo le bellezze da valorizzare etc…!”.
Un par di balle: Sorrentino e Servillo (immenso…) hanno redatto l’epitaffio di una società finita. Altro che vantarsi…

lunedì 3 marzo 2014

La metafora del vaso rotto

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell'oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello. Questa tecnica è chiamata Kintsugi ... Rendere belle e preziose le "persone" che hanno sofferto... questa tecnica si chiama amore. Il dolore è parte della vita. A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco. Il dolore fa due cose: ti insegna, ti dice che sei vivo. Poi passa e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, a volte. In alcuni casi ti lascia più forte. In entrambe le circostanze, il dolore lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro.

Jim Butcher