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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 29 ottobre 2013

Le invenzioni che hanno cambiato la nostra vita

È da un po’ di settimane che girano in rete e sui giornali di mezzo mondo articoli che parlano delle invenzioni che hanno cambiato la nostra vita. Tirare somme e stilare classifiche definitive sembra essere il leitmotiv di questa stagione, come se un sipario si stesse per chiudere a sigillo di un’epoca che, tra i vortici impetuosi della storia, ci ha portato a cotanto progresso. E così si leggono liste di oggetti e abitudini consegnate agli archivi (tipo il tormentone “Noi che…”), elenchi di nomi e parole che hanno valore e significato solo per coloro che hanno una certa età (tipo gettone telefonico, Burgy, Paninaro etc…), sondaggi e classifiche sul meglio del meglio della scienza, della musica, della letteratura, etc…! C’è un che di nostalgico - se non addirittura tragico - in tutto ciò, come se si rimpiangesse un’età dell’oro ormai tramontata. E così, sull’onda lunga di questo filone, ecco anche la classifica delle invenzioni più straordinarie compiute dal genere umano, quelle che hanno consentito il salto definitivo di qualità. A regalarci questa perla incommensurabile è il sito VoucherCodesNetwork.co.uk: grazie ad un sagace sondaggio condotto su di un campione rappresentativo della popolazione, il portale anglosassone ha stilato la classifica delle 50 più grandi invenzioni della storia dell’Umanità. Non ne ho la certezza, ma sono convinto che molti di coloro che stanno leggono queste righe, di fronte a tali premesse, hanno in mente un’unica parole: computer. Come si fa a non riservare a tale invenzione, dato il periodo che stiamo vivendo, la piazza più alta del podio? Così come si fa a non correre subito all’altra invenzione, quella che è l’esplicazione più portentosa dello scibile universale alla portata di tutti, ovvero Internet. E invece no: per gli intervistati né il primo né in secondo sono invenzione da primi posti: nella classifica generale il computer si posiziona al 34esimo posto; Internet addirittura al 45esimo.
E quali sono dunque le invenzioni più importanti secondo il campione intervistato? Ecco le prime dieci classificate: apribottiglie; lenti; chiusura zip; accendino; lampadina; thermos; telefono; orologio da polso; cucina a gas; automobile. Qualcuno ne riderà, lo so, ma questo è quanto. In effetti non è semplice pensare alle trovate che più hanno avuto importanza per l’uomo: a suo modo, ogni invenzione ha portato ad una rivoluzione, ad un miglioramento delle condizioni di vita. Si potrebbe dissentire sul primo posto dell’apribottiglie, questo è ovvio, ma occorre pur contestualizzare il risultato: se il sondaggio fosse stato fatto in Iran (dove è reato consumare alcolici) l’esito probabilmente sarebbe stato diverso. Che poi, che cos’è l’invenzione? Non è altro che la risposta ad un’esigenza divenuta impellente e non più rimandabile. Gli storici infatti sostengono che la scienza, a differenza dell’arte che è molto più legata alla creatività individuale e all’ispirazione soggettiva, è un’evoluzione collettiva: se pur non fosse mai nato, ad esempio, un tale di nome Johann Gutenberg, la stampa a caratteri mobili sarebbe stata comunque inventata da qualcun altro. In altre parole i tempi erano maturi e, dai e ridai, a qualcuno sarebbe venuto in mente di sviluppare quel genere di tecnologia.
Se dovessi pensare ad un’invenzione che in assoluto ha cambiato il corso dell’umanità - e con tutto il rispetto per il genio che ideò la ruota - forse penserei alla scrittura. E di fatti per gli studiosi è proprio questo il momento in cui l’uomo abbandona la preistoria e si affaccia nella storia. Furono i Sumeri, oltre 5000 anni fa, i primi a creare un linguaggio scritto, il cosiddetto alfabeto cuneiforme. Si trattò, come sempre accade, di un’esigenza pratica legata al mondo degli affari e del commercio: con la forma scritta nasceva la possibilità di dialogare a distanza, di conservare nel tempo la parola, di stipulare accordi, di avviare transazioni. Col tempo poi quest’invenzione trovò la sua sublimazione nella poesia e nella letteratura, e ciò che fino ad allora era stata cultura esclusivamente orale, tramandata di generazione in generazione attraverso riti corali di passaggio, divenne opera scritta da lasciare ai posteri.
Ma come detto, ogni invenzione è stato un passo necessario e importante per le genti di quell’epoca e di quel contesto specifico e dunque è assai arduo stilare classifiche. Nel film Non ci resta che piangere, per esempio, Mario (Troisi) e Saverio (Benigni) sono due “personcine” comuni del nostro tempo che, per un prodigio inspiegabile, vengono catapultati nel 1492. Immediatamente si rendono conto della scomodità dell’epoca in cui sono capitati, e in una delle scene più belle dell’intera pellicola, si trovano a discutere di cosa potrebbero inventare - o meglio reinventare - per portare un po’ di progresso in quel mondo arretrato. Eccolo, è tutto da gustare:
- «Allora fammi sentire che inventi…»
- «Tutto si può inventate. Ne vuoi sentire una? La lampadina…»
- «Sai fare la lampadina tu?»
- «Perché non hai mai visto una lampadina tu?»
- «Io l’ho vista, ma tu la sai fare?»
- «Ci vuol tanto… fai l’interruttore, poi la lampadina, il filo, la spina…, attenti alla scossa…»
- «Si, ma tu sai fare la lampadina?»
- «Che c’entro io? Lo si dice ad un elettricista qualsiasi…»
- «Non ci sta la lampadina, e vai dall’elettricista? Allora, imbecille, devi inventare prima l’elettricista e poi la lampadina…! L’unica cosa che si potrebbe inventare, che qua fanno proprio schifo e ne avrebbero bisogno…, è il gabinetto…»
- «Gabinetto…! Quello lo si sa fare…»
- «Perché è facile: quello è una tazza…, la puoi fare pure di legno se non ci sta la ceramica. Vai là, poi tiri lo sciacquone…»
- «Si però…, lo sciacquone è un mistero: perché va via l’acqua e poi ritorna da se»
- «Va be’ mistero: là ci sarà un sistema comunicante…»
- «Sì, ma c’è il sistema anche nella lampadina…»
- «Ma là è facile, è meccanico: l’acqua va via, e l’altra acqua prende il posto…»
- «Lo sai fare o non lo sai fare?»
- «Lo sciacquone? No. Cioè per adesso no, però se mi ci metto…! E sennò per adesso si fa il gabinetto e poi si butta un secchio d’acqua»
- «E che butti l’acqua sempre lì…? E poi vien fuori…! E questa sarebbe l’invenzione del gabinetto?»

Ecco, per dire: il gabinetto, secondo il sondaggio inglese, non rientra tra le 50 invenzioni che hanno cambiato il corso della storia. Vogliamo parlarne?

Fonte: http://www.express.co.uk/news/science-technology/435398/50-gadgets-that-changed-our-lives
http://www.corriere.it/foto-gallery/tecnologia/13_ottobre_09/50-invenzioni-che-ci-hanno-cambiato-vita-secondo-inglesi-f50c6e58-30d1-11e3-b3e3-02ebe4aec272.shtml#1

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