Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

giovedì 26 settembre 2013

Il test del portafogli smarrito: ecco qual è la città più onesta del Mondo

Vi è mai capitato di smarrire qualche oggetto a cui tenete particolarmente, tipo che so, il portafogli? Brutta sensazione, vero? Di solito si reagisce sempre alla stessa maniera, a qualsiasi latitudine della Terra: ci si irrita, volano improperi, si cerca nei luoghi più assurdi e impensabili – scoprendo tra la polvere reperti archeologici di cui si era persa memoria – , si importunano amici, parenti e conoscenti vari. Il tutto in un crescendo rossiniano di agitazione e nervosismo. La mente vaga in cerca di risposte, s’interroga sul dove e quando possa essersi verificato il triste evento, e soprattutto cerca di comprendere il come. Disattenzione, dimenticanza, casualità, furto: quale sarà il motivo di tale scomparsa? Quale che sia la ragione, di certo c’è che il risultato non cambia: siamo fottuti. Superato questo momento, lentamente l’aggressività si stempera lasciando in bocca il gusto amaro della rassegnazione. E da lì comincia angosciante la trafila per riottenere patenti, carte di credito, fidelity card, tessere della bocciofila e documenti vari. Passeranno mesi prima che tutto l’iter burocratico si concluda e nel frattempo ci resta tutto il tempo per stramaledirci e per escogitare nuove strategie per non incorrere in altre brutte sorprese: so di persone che si sono fatte cucire tasche interne per mutande ascellari, rigorosamente a prova di borseggio. In rarissimi casi poi, dopo giorni intensissimi passati tra agghiaccianti denunce di smarrimento e sfibranti formulari al cospetto di funzionari di banca fintamente costernati, giunge inaspettato un plico postale: qualcuno ha rintracciato miracolosamente il portafogli e con inaspettato senso civico, ha pensato bene di spedirlo al legittimo proprietario. Cosa ci sia dentro, e soprattutto cosa non ci sia più, è facilmente immaginabile. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, tale riconsegna non serve più a nulla: disperando nell’eventualità di un ritrovamento infatti, il cittadino medio ha già avviato le pratiche per i nuovi documenti. E così, onde evitare di fornire spiegazioni infinite e dettagli convincenti alle autorità preposte, si preferisce far finta di nulla e seppellire i vecchi documenti in un qualche remoto cassetto.
Recentemente la rivista Reader’s Digest ha voluto testare il livello di onestà degli abitanti di sedici città sparse in giro per il mondo. Per fare ciò alcuni reporter hanno lasciato cadere un portafogli per le strade di queste città e ne hanno seguito a distanza le sorti. All’interno del portafogli una somma di denaro – l’equivalente di cinquanta dollari – , un numero di cellulare, biglietti da visita ed una foto di famiglia. Insomma, quanto bastava per identificare e rintracciare il legittimo proprietario. Nel complesso sono stati lanciati 192 “ami”, 12 per ogni città. E cosa ne è saltato fuori da questo “wallet test”? Che meno della metà dei portafogli è tornato nelle mani dei legittimi proprietari (90 su 192). Il che è già un grande risultato tenendo conto dei nostri standard nazionali. Scorrendo la lista delle città messe alla prova, si scopre che non v’è neanche una italiana. Di certo una ragione ci sarà: non credo che si tratti di un pregiudizio nei nostri confronti. Anche se, tutto sommato, la cosa non sarebbe neanche particolarmente grave, considerato che tra elusione, evasione e frodi fiscali varie, in Italia scompaiono ogni anno 120 miliardi di euro dalle casse dell’erario. Analizzando i dati si scopre che ad Helsinki, su 12 “ami” lanciati, ben 11 sono state le riconsegne: un quasi en plein che ci da la misura dell’onestà insita nell’animo dei popoli del Nord Europa. A Mumbai (India,) invece sono state 9 le restituzioni; a Budapest e New York 8; a Mosca e Amsterdam 7. Se perdete invece il portafogli a Berlino e Lubiana avete il 50 per cento di probabilità di ritrovarlo. E a scendere troviamo Londra e Varsavia con 5; Budapest, Rio de Janeiro e Zurigo con 4 (si, avete capito bene…, Zurigo…); Praga con 3; Madrid con 2. In fondo alla classifica Lisbona: 1 su 12. Dalla ricerca emerge dunque che ricchezza o povertà di una città, poco hanno a che fare con l’onestà dei comportamenti: Mumbai è una delle città più povere dell’India, eppure si posiziona al secondo posto in questa speciale classifica; Zurigo è tra le città più ricche e care del mondo eppure si piazza nella ultime posizioni. Di certo ogni tessuto urbano del globo dispone della sua bella dose di farabutti e lestofanti, su questo non ci piove, ma questi dati forniscono comunque alcune indicazioni: sulla faccia della Terra esistono ancora società in cui l’onestà è sentita come un valore assoluto, sacro, imprescindibile. E dunque capillarmente diffuso.
E in Italia, come sarebbe andato a finire l’esperimento in una qualunque delle nostre città? Bah…, meglio sorvolare. Una volta mi capitò di trovare una borsetta in un padiglione della fiera di Milano: diligentemente mi recai all’ufficio oggetti smarriti ed effettuai la consegna. Persi più di un’ora tra generalità, verifica del contenuto, verbale di constatazione, tentativo di rintracciare la proprietaria alla mia presenza etc…! Una seccatura che tutto sommato potrebbe giustificarsi con il prezzo da pagare per avere un paese più civile. L’altra giorno però, parlando con un collega, ho appreso che nel Nord Europa la consegna di oggetti smarriti nelle mani delle autorità avviene in maniera rapidissima: “Oh trovato questo là fuori” – “Bon, perfetto: grazie tante e arrivederci”. Tutto qui. Da noi invece c’è bisogno della carta bollata, sempre ed ovunque. Anche perché il tasso d’illegalità è talmente diffuso che è meglio cautelarsi abbondantemente. Mi raccontava per esempio una mia amica ingegnere civile, che in Italia esistono le norme sulla sicurezza più restrittive di tutta Europa. Me ne sono immediatamente compiaciuto. E lei a me: «Ma che hai capito? Qui si stringono il più possibile le maglie, perché si sa che quasi nessuno rispetta le regole. Ecco perché s’innalza sempre più l’asticella della prevenzione e della sicurezza…! In altri paesi europei invece basta che la legge prescriva ciò che è strettamente indispensabile: in altre parole c’è la certezza quasi matematica che se per tirar su un pilastro ci vogliono i tondini sagomati e il calcestruzzo, a nessuno verrà in mente di metterci i tondini lisci e la sabbia…». Come dire che il livello di civiltà di un paese è inversamente proporzionale alla quantità di grida manzoniane necessarie a regolarlo.

Fonte:  http://www.rd.com/slideshows/most-honest-cities-lost-wallet-test/#slideshow=slide1

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