Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

mercoledì 17 aprile 2013

Del come e del perché cambiare una gomma bucata

Oggi il blog poteva e forse doveva trattare dell’imminente elezione del Capo dello Stato, anche perché ormai mancano due giorni al lieto (si spera) evento e già circolano alcuni nomi di papabili. E sebbene sia risaputo che “chi entra Papa in Conclave, ne esce cardinale”, c’è una buona probabilità che qualcuno di questi divenga davvero il dodicesimo Presidente della Repubblica. Dalle “Quirinalie” del Movimento Cinque Stelle, per esempio, sono emersi personaggi come Milena Gabanelli, Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelski. Gradi novità dunque. Vedremo se il Parlamento riuscirà a cogliere quest’occasione o se, come al solito, la spunterà qualche vecchia cariatide mummificata, capace solo di garantire e rafforzare l’orrore che ci ha travolto fino ad oggi. Ma come vi dicevo, oggi non possiamo occuparci di questi argomenti, dato che un’urgenza maggiore ci spinge. L’altra notte ero di turno in 118 e come ogni volta sono uscito di casa intorno alle 23.30 per prendere servizio a mezzanotte. Appena mi sono avviato con l’automobile ho cominciato a sentire un rumore strano, come un leggero ruggito. L’auto sembrava un po’ frenata e non rispondeva come al solito. In prossimità di alcuni restringimenti stradali poi, mi pareva che il rumore aumentasse. Ad ogni modo il problema non mi sembrava cosa grave e così ho continuato la mia strada. Certo la mente girava, girava a mille alla ricerca di una possibile spiegazione, e tutto ciò a cui riusciva a pensare era la marmitta. Che pure sarebbe stato un bel guaio, naturalmente. Fatto sta che giunto in sede, mi sono completamente dimenticato della faccenda. Il mattino dopo, quando ho smontato alle sette, mi sono rimesso in macchina e ho preso la via di casa. Ed ecco lo stesso rumore della sera prima. Questa volta però ancora più accentuato. Dopo qualche chilometro, con un ritardo a questo punto francamente imbarazzante, mi sono reso conto che si trattava di un problema alla gomma posteriore sinistra. Da quel momento gli altri automobilisti hanno cominciato a “lampeggiarmi il problema”. Il tempo di trovare uno spiazzo per fermarmi ed il copertone aveva esalato gli ultimi respiri. Quando sono sceso dalla vettura, e ho buttato lo sguardo su quella ruota, mi sono spaventato: il (o lo, come dicono i puristi) pneumatico era completamente squarciato ed emanava un odore acre di bruciato. Dopo le opportune ed abbondanti imprecazioni, mi sono messo all’opera. Ho aperto il portellone del bagagliaio, ho tirato giù le innumerevoli cianfrusaglie che da tempo immemore qui hanno trovato dimora, e sono partito alla ricerca degli attrezzi. La chiave per svitare i bulloni l’ho trovata subito, del crick nessuna traccia. Pensa e ripensa, e finalmente mi è venuto in testa di guardare sotto il cofano anteriore. Ed in effetti, nascosto prudentemente in un anfratto recondito, ho scovato il maledetto. Impolverato ed incrostato all’inverosimile l’ho sistemato per terra e ho iniziato a girare la vite che consente la sua estensione. E già qui ho dovuto fare una gran fatica dato che il suo inutilizzo, datato anni, l’aveva reso ostico a qualsiasi concessione. A quel punto ho tirato giù la ruota di scorta (malmessa anche lei…) e mi sono preparato per l’operazione. Con la chiave ho provato a svitare il primo bullone: niente da fare. Ho provato col secondo: stesso risultato. Qualche attimo di riflessione e sono ripartito alla carica, questa volta aiutandomi anche con il piede destro come leva. Tutto vano. Ma perché i gommisti stringono così forte sti bulloni? Possibile che un povero disgraziato non possa sostituirsi una maledetta gomma senza dover impazzire? E soprattutto senza dover chiamare il costoso carro-attrezzi? Non mi restava che cercare aiuto. Ho chiamato un mio amico e questi mi ha raggiunto dopo una ventina di minuto. Munito molto saggiamente di mazzetta da muratore, martello da campeggio, lubrificante spray, stracci e detergente per le mani. E così, dai e ridai, i tenaci bulloni hanno ceduto. Finalmente fiducioso ho preso la ruota di scorta e mi sono avvicinato per la sostituzione di quella danneggiata. Ma solo allora mi sono accorto che il pneumatico era desolatamente sgonfio. E dunque inservibile. Non mi sono perso d’animo: ho caricato la ruota sull’auto del mio amico e mi sono avviato molto velocemente verso il vicino distributore di benzina. Qui, dopo un opportuno rifornimento di benzina, ho chiesto di usare la pistola ad aria compressa per gonfiare il pneumatico. Sembrava tutto risolto, ma come nei più sofisticati thriller, ecco la sorpresa: la gomma perde. Un sibilo sinistro esce da una piccola fenditura di spalla e dunque siamo al punto di partenza. Comunico al mio amico la simpatica notizia e mi precipito verso il gommista, sperando che sia già aperto. Questa volta sono fortunato: tempo mezz’ora e sono sulla via di ritorno. E così, risolti tutti i problemi, sono riuscito finalmente a sostituire la ruota e a tornare a casa. Stravolto.
Ecco dunque cosa c’insegna questa vicenda: prima di tutto che la manutenzione ordinaria dell’attrezzatura di bordo deve essere fatta costantemente. È seccante sì, ma è altresì necessaria. E poi basta poco ed evita un mare di guai. In secondo luogo la ruota di scorta deve essere sempre in buone condizioni: altrimenti, com’è capitato a meno, non è altro che un peso inutile scorazzato in giro per anni. Come terza cosa occorre rendersi conto che i pochi attrezzi presenti sulle nostre automobili sono spesso del tutto insufficienti in caso di emergenza. Se non avessi avuto un martello per vincere la resistenza dei bulloni, non ce l’avrei mai fatta. Mi vengono in mente altre cose, tipo una torcia funzionante (meglio se frontale, così che le mani siano libere), del detergente, una tanichetta d’acqua, degli stracci, un paio di guanti da lavoro, un indumento pesante per coprirvi d’inverno in caso di auto bloccata. Ecco, pensate ad una qualsiasi emergenza nelle diverse stagioni, e qualcosa vi verrà in mente. Perché non accade, ma metti caso che accada almeno abbiamo qualche chance in più di cavarcela da soli. A me per esempio, nonostante abbia la patente da oltre vent’anni, non era mai capitato di forare un pneumatico…!
Se poi proprio non ce la si fa, bon, chiamiamo l’Aci e non se ne parla più. Come fece Furio, il pignolo e pedante protagonista del film Bianco, rosso e Verdone (Italia, 1981): “Magda, vado a chiamare il soccorso Aci”. “Ma Furio, per una gomma”. “Magda, è un nostro diritto chiamare e un loro dovere arrivare: d’accordo?”. Ma nel mentre si allontana per raggiungere la colonnina del soccorso, un play-boy affascinante si ferma ad aiutare la bella Magda. E così, in un baleno la sostituzione è bell’e fatta. Ma quando torna Furio scoppia il pandemonio: “Ma che figura barbina mi fai fare…?”. E così giù di nuovo la gomma sana e su quella buca. Morale? Magda alla prima occasione pianta il marito e se ne va col bel rubacuori. E il tutto per una gomma bucata…!

Nessun commento:

Posta un commento