Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

venerdì 5 ottobre 2012

Appello all'editoria italiana

Amici carissimi, oggi segnaliamo un grave episodio di incuria letteraria. Nel nostro costante studio sociologico e semiologico della fenomenologia "Maurizio Milani", ci siamo imbattuti - con ritardo direi imperdonabile - nella bibliografia del suddetto: i primi due volumi pubblicati dall'esimio maestro risalgono alla metà degli anni '90 e si intitolano rispettivamente "Animale da fosso" (Bompiani, 1994) e "Un uomo da badile" (Dalai Editore, 1996). E fin qui tutto bene. Anzi male. Il dramma purtroppo si consuma ai nostri giorni. Ebbene sì, orrore a dirsi, questi due immortali trattati non sono più in commercio...! Corre l'obbligo qui di ricordare che già in quegli anni lontani tutte le tematiche del Milani erano state sviluppate e direi trattate in maniera completa.
Con i lavori successivi poi l'autore non ha fatto altro che approfondire argomenti e capitoli che promanano da sempre dalla sua filosofia di vita. Sarebbe utile, anzi direi indispensabile, che il mondo letterario non lasciasse svanire queste due opere incommensurabili, magistrali, perché già in quegli scritti giovanili si manifestava in tutta la sua potenza la straordinaria visione del mondo del Milani. Abbandonarli agli archivi polverosi di un qualche sottoscala sarebbe non solo poco accorto, ma anche un delitto, una perdita irrimediabile per tutta l'Umanità. Ed è per questo che dalle pagine di questo blog lanciamo un appello a tutto il mondo dell'editoria nazionale (e non) affinché queste parole definitive e intramontabili trovino ancora spazio sulla carta da libro, affichè le nuove generazioni possano abbeverarsi a questa sorgente di saggezza. Di seguito un breve estratto della biografia del Milani: «Maurizio Milani: vita di un uomo da badile 1961: nasce con in mano la prostata di un cane. 1962: viene venduto dai genitori alla CGIL di Pavia. 1965: sta allungato per tutto l'anno su un divano dentro la Camera del Lavoro di Voghera; mangia molti sfarinati per cui il suo peso aumenta di trenta chili. 1967: va in giro a vantarsi di essere il bambino più pesante d'Italia: novantun chili. 1969: si denuda davanti alla sua maestra... senza motivo. 1970: con altri orfani, va in colonia; per tutto il soggiorno non si lava e prende i pidocchi inguinali (650. 000 unità). 1970: viene disinfestato come un toro dall'ufficio d'igiene di Forlì, si vanta anche di questo. 1973: senza chiedere compenso va a cantare ai funerali. 1974: si allunga su un antico divano, ci rimane fisso e diventa ancora più pesante. 1983: pur avendo la fidanzata, si fa tatuare sul corpo il nome di una ragazza appena conosciuta in treno. Il giorno dopo si pente ma ormai non può più cancellarlo. 1986: minaccia una gravidanza isterica nell'ufficio del Sindaco. 1990: esercita la professione di «mastro latrinaio» nella sede centrale dei Civici Cessi Città di Milano (anno di fondazione 1805). Un pomeriggio si spaventa e scappa lasciando sguarnito il presidio fognario. 1991: si fidanza in casa con una brava ragazza; la illude per cinque anni, poi quando hanno già comprato la mobilia l'abbandona come un'asina. 1996: minaccia di far causa alla Baldini Castoldi Dalai editore se gli pubblica questo libro».

1 commento:

  1. Gentile dott. Milana (al secolo Carlo Barcellesi),

    Sono da sempre un suo fan, ho letto tutti i suoi libri e mi verrebbe da dire che raramente ho trovato in altri autori una tale completezza di ragionamento.
    Gestisco un blog e ogni qual volta ne ho la possibilità parlo bene di lei e dei suoi esimi lavori.
    Ora, mi sono accorto che i suoi primi due libri non sono più in commercio e la qual cosa mi ha lasciato decisamente senza parole, tanto che ora sono molto triste.
    Ho lanciato sempre sul blog un appello al mondo dell'editoria affinchè qualcuno trovi interesse a ripubblicarli. Non pretendo che l'Unesco elevi tali opere a patrimonio mondiale dell'Umanità, nè che gli accademici di Stoccolma la onorino del premio Nobel (anche se penso che non demeriterebbe affatto, anzi), ma almeno che non vadano relegate nel dimenticatoi queste inestimabili perle di saggezza.
    Intorno al blog c'è una comunità di amici tutti molto ammirati del suo talento. Molti sono di Milano ed interland..., e nel caso lei avesse un po' di tempo da dedicarci, ci farebbe molto piacere incontrarla a Codogno, oppure presso le latrine di Milano Lambrate. Faccia lei.

    Cordialmente.

    Yanez.

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