Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 18 settembre 2012

Roma caput mundi

La settimana successiva ci trasferiamo a Roma, sempre seguendo le gesta eroiche di Lorenzo. Questa volta si tratta della mitica “Maratona della Capitale”: quarantadue chilometri e lascia…! Il prode ed io giungiamo a Roma nel primo pomeriggio e subito raggiungiamo il b&b. Giù le borse (che qui chiameremo “borze”) e subito a pranzo per scofanarci due etti a testa di spaghetti cacio e pepe. Incontro con Simona e via verso l’Eur per ritirare il pettorale. Qui abbiamo appuntamento con uno dei personaggi più straordinari e simpatici di tutto il Centro Italia: il nostro amico Walter degli Affetti. Passeggiamo lungo i Fori Romani, sfiliamo sotto l’Altare della Patria mentre il sole tramonta; e quando la città sprofonda nell’oscurità e accende le luci della movida serale, giungiamo a Piazza di Spagna. C’è una folla spaventevole. La sera siamo a cena in zona San Lorenzo, accompagnati quasi per mano da Teresa - un’amica di vecchia data - verso una locanda molto caratteristica.
La mattina successiva arriva Elena. I freni del suo treno fischiano alle sei e trenta. Un orario disumano per andarle incontro ad aspettarla al binario. E così, sola soletta, ci raggiunge al b&b. Altra giornata di visita alla città eterna. Nell’ordine: Santa Maria Maggiore, Colosseo, Fori Imperiali, Piazza Navona, Pantheon, Senato delle Repubblica, Piazza Montecitorio (dove ci sono i galantuomini…), pranzo presso l’Antica Focacceria San Francesco (specialità siciliane). Nel pomeriggio Villa Borghese, San Pietro, Mausoleo di Adriano (altresì detto Castel Sant’Angelo), Campo dei Fiori (là dove venne amorevolmente arso vivo Giordano Bruno). Per l’aperitivo ci raggiunge il mio grande amico e scrittore di fama Alessandro Lisi (Il segreto del demoniaco dottor Alker ), che ci porta in un raffinatissimo locale del centro. Per cena invece si unisce a noi un’ex collega di Lorenzo. Il ritorno al b&b è straziante: sono passate da poco le due di notte ed essendo noi tre spilorci matricolati che mai prenderebbero un taxi, ce la facciamo tutta a piedi, dormendo praticamente in piedi. Al mattino Lorenzo si sveglia alle sei per andare a correre: è talmente cotto che invece di indossare i pantaloncini e la canottiera da gara cerca nell’armadio giacca e cravatta. E non trovandoli impreca ferocemente con se stesso…! Poi cerca nell’oscurità il box doccia, ma entra deciso nel vano ascensore e non trovando le manopole dell’acqua fredda e calda impreca ancora una volta. Finalmente trova il bagno e solo dopo uno scroscio di acqua ghiacciata realizza finalmente dove si trova.
Ha una faccia assai afflitta, soprattutto quando concentra lo sguardo su Elena ed il sottoscritto che dormono con grande voluttà, mugolando di piacere. Sul momento pensa bene di tornarsene a letto, poi prevale il dovere. Elena ed io ci svegliamo alle dieci carichi di sonno e dopo colazione ce ne andiamo a seguire la messa in latino a San Giovanni in Laterano. Poi per vie sconosciute arriviamo a San Giovanni e Paolo al Celio. In zona Colosseo incontriamo Walter nella calca invereconda. Trattasi di un mezzo miracolo. In attesa di Lorenzo un maratoneta, uno dei tanti, si allunga a terra stremato. Lo soccorriamo e lo portiamo al posto medico avanzato dove un addetto ci dice secco: “Buttatelo pure là…”. In un ampio spazio ci sono accatastati un centinaio di atleti privi di conoscenza e abbandonati al loro triste destino. C’è troppa confusione, troppa ressa per trovarsi col nostro amico e dunque decidiamo di attenderlo al b&b. Nel primo pomeriggio, seduti comodamente ai tavolini di un bar, finalmente scorgiamo la sagoma di Lorenzo. Barcolla, ha il viso stravolto, gli occhiali di traverso sono sporchi e appannati. Parlotta da solo e di tanto in tanto scoppia in risate sgangherate. Elena gli va incontro: “Lore, tutto bene”. Al che questi risponde prontamente: “Mai stato meglio in vita mia”. E si schianta quasi esanime sul divanetto di vimini del bar. Pranziamo tutti insieme in via Merulana, ci congediamo dai nostri amici di Roma e, raggiunta la stazione di Roma Termini, ci affidiamo ai veloci Freccia Rossa per il ritorno. I nostri posti sono vicino ai cessi, ma in fondo che ci frega. L’importante, come dice Lorenzo, è partecipare.

Nessun commento:

Posta un commento