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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

mercoledì 16 novembre 2011

Trieste-Istanbul. L'avventura è in treno

Dopo L'Italia in seconda classe Paolo Rumiz torna ad occuparsi di treni. In un articolo scritto per I Viaggi di Repubblica ci racconta il più epico dei viaggi in treno: la traversata da Trieste a Istambul. Un tempo, sembra assurdo ai nostri giorni, l'Europa intera era unita al Vicino Oriente da una rete fitta di linee ferroviarie, percorse da viaggiatori avventurosi, commercianti, rappresentanti, ambasciatori. Londra, Parigi, Venezia, Vienna, erano collegate tra loro da lussuosi treni che sferragliavano aristocraticamente, raggiungendo anche mete lontanissime, come appunto Istambul, ma ancor prima, si poteva incontrare Budapest, Belgrado, Sofia, Bucarest. Verso nord invece si poteva transitare da Varsavia e giungere fino a Stoccolma. Che tempi mitici sono stati quegl'anni prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ancora l'Europa era al centro del Mondo, ancora le economie, le culture, i sogni dei nostri popoli, guidavano l'umanità verso un avvenire migliore. Oggi è quasi tutto scomparso...! Quando poi uno dice "si stava meglio quando si stava peggio", viene preso per qualunquista...! Va beh...! Ecco come inizia l'articolo di Rumiz: "La strada dell'Orient Express si fa d'inverno. È questa la stagione giusta. Venti crudi dell'Est, piccole stazioni deserte, confini gremiti di polizia, fiumi gelati, trafficanti, bufere su montagne mai sentire nominare, passeggeri affascinanti o poco raccomandabili. Posto da film d'avventura o assassinii sul treno, come certifica Agatha Christie nel giallo ambientato sull'Istanbul-Parigi, il Simplon Orient Express fermato dalla neve con i suoi passeggeri di lusso in mezzo ai Balcani".
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