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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

lunedì 14 novembre 2011

Gli irriducibili di Torcello, nell’isola restano 11 abitanti

Una famiglia costituita da cinque persone trasloca a Burano comportando un «crollo» del 30 per cento dei residenti. Torcello ha perso una delle poche famiglie che ancora abitavano sull’isola. E che, dopo aver contribuito a far crescere il numero di abitanti da 11 a 16, di recente si è trasferita a Burano. E’ successo così, in un colpo solo, l’esatto contrario di quanto avvenuto negli ultimi cinque anni. Mamma, papà e tre figli piccoli. «E’ stata una scelta sofferta _ spiega Simone Regazzo _ ma dettata esclusivamente dalla necessità di rendere più agevole la vita ai nostri tre bambini. Due vanno all’asilo e una andrà allo spazio cuccioli. Non sarebbe stato facile proseguire negli spostamenti tra Torcello e Burano, mentre su quest’ultima, oltre alla vicinanza dei nonni, e al fatto che mia moglie insegna lì, potranno anche avere la possibilità di giocare con i loro coetanei, cosa che a Torcello era impossibile, dal momento che erano i soli tre bimbi ad abitarci. A Torcello ci torneremo ancora, certo, ci abbiamo lasciato il cuore, ma a dei bambini piccoli non si possono chiedere troppi sacrifici, vanno invece aiutati» continua a leggere l’articolo tratto da La Nuova Venezia del 9 novembre 2011
E questo è quello che dice Wikipedia: "Abitata già in epoca romana, quando era probabilmente luogo di villeggiatura della nobiltà (numerosi i reperti nella zona), divenne tra il V e il VI secolo rifugio delle popolazioni della vicina Altino a seguito delle invasioni barbariche. Tradizionalmente, si ritiene che il toponimo derivi da Torricellium, nome della principale torre di guardia della città e forse del quartiere ad essa adiacente.
Entrata nell'orbita dell'Esarcato bizantino di Ravenna, a seguito dell'ultima e più grave invasione, quella dei Longobardi, gli esuli della città di Altino vi trasferirono anche la sede episcopale nel 639, avviando la costruzione della cattedrale.
L'isola formava, assieme alle vicine Mazzorbo, Burano, Ammiana e Costanziaco, la testa di ponte del commercio veneziano verso il Mar Adriatico, e fu così fiorente da avere migliaia di abitanti. Nell'XI secolo venne riedificata la cattedrale, affiancata dalla nuova chiesa di Santa Fosca, e fino al XIV secolo Torcello costituì il principale centro di lavorazione della lana nel Ducato di Venezia.
La città aveva una propria nobiltà ed era retta da due consigli, uno maggiore ed uno minore, affiancanti prima il gastaldo ducale e poi il podestà continua a leggere
Sono stato tante volte a Torcello, di solito fa parte della classica giornata dedicata alle isole. Ci si arriva dopo circa quaranta minuti di navigazione, partendo da Fondamenta Nuove. E' un tuffo in un ambiente naturale immerso tra canneti e acque basse. La passeggiata segue il canale che porta alla Chiesa dell'Assunta e qui di solito ci si ferma, se si è turisti mordi e fuggi. Qualche parola sul "Ponte del Diavolo", uno sguardo alla cattedrale e alla vicina Santa Fosca, uno spuntino veloce, guardando la trattoria dove usava fermarsi Hemingway dopo essere stato a caccia di oche selvatiche...! E poi via, verso Burano...! Questo è il l'incontro classico con Torcello. Eppure qui risiedettero migliaia di persone un tempo, questo fu il fulcro del costituente impero mercantile veneziano. Oggi è un'isola quasi completamente abbandonata: e forse proprio per questo è ancora più affascinante. Sic transit gloria mundi...! Oggi giorno pare che questa frase latina si adatti a molte circostanze...!

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