Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

domenica 16 ottobre 2011

Al “giapponese”

Ah ma che bell'idea....! Penso di esserci, anche se l'ultima volta che sono stato al giapponese mi sono buttato in gola, del tutto inconsapevolmente, un bel tocco di rafano verde...! Per un istante ho visto la Madonna Nera di Cestokova seduta al tavolo di fianco al mio: sorrideva. Poi mi sono alzato di scatto e, con la mano a tappare la bocca, sono volato al cesso tra gli sguardi di stupore degli altri clienti. Per un paio di minuti abbondanti ho squassato la tranquillità raffinata del silenzioso locale con dei violentissimi conati di vomito, udibili a due isolati di distanza. Tornando al mio posto sono stato accolto con sguardi di inenarrabile severità da parte dei camerieri muniti di affilatissime catane. Fortunatamente hanno deciso all'ultimo, per il buon nome del ristorante, di non farmi fare la fine del sushi alla vicentina. Purtroppo però, ad un primo sguardo tutt'intorno a me ho dovuto constatare amaramente che la metà della clientela si era dileguata, i piatti ancora intonsi...! A fine cena, al cospetto del proprietario del locale, ho pronunciato un convintissimo: "Tutto magnifico...ho mangiato veramente bene". E costui fissandomi bieco, per nulla rispettoso delle consuetudini nipponiche, mi ha risposto in italiano perfetto: "La prego signole, non si faccia mai più rivedere da queste parti....".

P.S. Ieri Lorenzo e Federica mi aspettavano per cena a Cremona: non ce l'ho fatta...ero troppo devastato da una giornata di lavoro a ripulire la mansarda che aveva accumulato vent'anni di ciarpame (ma perché le persone conservano tutto, come se tutto dovesse tornare utile. Basta avere uno spaziettino, anche angusto e lo si riempie di ogni cavolata...). Poi oggi i nostri due podisti hanno corso la Maratonina di Cremona. Notizie prego...!

2 commenti:

  1. Anche a casa mia c'è sempre stata la tendenza a conservare tutto: quando non ci stava più niente nella nostra casa, si portava tutto nel box e poi a casa di mia nonna. Ogni spazio disponibile veniva riempito.
    E' l'horror vacui, quello di Aristotele, come spiega bene Wikipedia:
    In fisica ed in filosofia l'horror vacui indica una teoria ideata da Aristotele che afferma che la natura rifugge il vuoto, e perciò lo riempie costantemente; ogni gas o liquido tenta costantemente di riempire ogni spazio, evitando di lasciarne porzioni vuote.

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  2. Anche i Longobardi la pensavano come Aristotele, le loro opere erano tutte "piene"

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